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MOBILITA’ – Per duemila dirigenti fuori sede, si riapre la possibilità di rientrare nelle regioni di residenza

Per duemila dirigenti fuori sede, si riapre la possibilità di rientrare nelle regioni di residenza

Rosa Cirillo: Soddisfazione per una decisione che premia la nostra linea. Le scelte sulla mobilità si fanno per contratto e non per via legislativa. Il sindacato non fa emendamenti, fa contrattazione per arrivare a scelte mirate e condivise.


Un dirigente scolastico su quattro, in Italia è fuori sede. Ora per circa 2.000 dirigenti scolastici fuori sede che hanno superato l’ultimo concorso, e per i dirigenti vincitori del concorso 2011, che aspettano di rientrare nelle loro regioni di residenza, si apre una speranza di risoluzione dopo anni di attese: il ministero dell’Istruzione, infatti, ha inviato un atto di indirizzo al ministero della Funzione Pubblica per avviare una sequenza contrattuale per negoziare nuove regole per la mobilità interregionale.

E’ quanto condiviso al termine della riunione che si è tenuta ieri pomeriggio tra l’amministrazione scolastica e le organizzazioni sindacali di Area V.

Una strada che noi abbiamo indicato più volte come mezzo per arrivare a scelte mirate e condivise – sottolinea Rosa Cirillo, responsabile del Dipartimento dell’Area V della Uil Scuola.

La decisione di avviare una procedura negoziale, non legislativa – osserva Cirillo – ha dato ascolto ad una nostra insistente richiesta: affrontare il tema della mobilità interregionale dei dirigenti scolastici non attraverso emendamenti ma attraverso l’istituzione di un tavolo contrattuale che risolva problemi annosi.

L’ampliamento alla massima percentuale possibile dei trasferimenti dei dirigenti scolastici fuori sede è una urgenza – aggiunge – che va realizzata anche limitando la discrezionalità dei Direttori Scolastici Regionali nella decisione legata alla valutazione chi ha più o meno titoli al rientro nella regione di residenza.

Serve flessibilità nella mobilità interregionale dei dirigenti scolastici – insiste Rosa Cirillo – per questo decidere l’invio di un atto di indirizzo che affronti la problematica a 360 gradi – appare come momento di svolta. Ora vanno definiti, al tavolo contrattuale, i giusti meccanismi di attuazione.

E’ un tassello, lo sappiamo – conclude Cirillo – le questioni professionali attinenti alla dirigenza scolastica fanno sperare che il Ministro voglia presto emanare un atto di indirizzo complessivo che detti le linee generali per la soluzione di molte di queste problematiche con l’apertura del contratto nazionale, già scaduto, e con le risorse adeguate.

 

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