“La scuola italiana vive un momento di estrema difficoltà, con stipendi tra i più bassi d’Europa: un insegnante percepisce in media 1.600 euro netti al mese, mentre un collaboratore scolastico appena 1.100 euro. Dati su cui riflettere, che ci collocano agli ultimi posti in Europa e testimoniano una scarsa attenzione verso chi ogni giorno contribuisce a costruire il futuro del nostro Paese. La scuola richiede interventi concreti e immediati, a partire dall’aumento delle retribuzioni”. È quanto ha dichiarato il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, nell’intervento conclusivo del Consiglio nazionale della Uil Scuola Rua, svoltosi a Riccione.
“La manovra economica attuale lascia aperte troppe questioni: dai tagli inaccettabili al personale alle mancate risposte sulla perdita del 16% del potere d’acquisto degli stipendi, un problema che va affrontato con urgenza. Servono risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto e la detassazione degli aumenti contrattuali.
Il riconoscimento economico – ha proseguito Bombardieri – deve andare di pari passo con quello sociale. È inaccettabile che il nostro Paese registri uno dei livelli più bassi al mondo per lo status sociale del personale della scuola, un dato che alimenta un clima di scarsa considerazione e, in alcuni casi, induce persino ad aggressioni nei loro confronti”.
“La scuola – ha concluso Bombardieri – deve uscire dal patto di stabilità, va collocata fuori dai vincoli di bilancio ed essere considerata non come fonte di risparmio bensì di investimento, altrimenti si pregiudicano inevitabilmente le sorti delle nuove generazioni e, quindi, del Paese”.
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