Negli ultimi otto anni, i contratti a tempo determinato sono quasi raddoppiati, mentre il personale stabile è in calo. UIL Scuola lancia l’allarme: senza interventi urgenti, il sistema rischia il tracollo
Negli ultimi otto anni, a fronte di 166.849 posti disponibili per il personale ATA, i governi hanno autorizzato appena 78.583 assunzioni, coprendo solo il 47% del fabbisogno. Il risultato è una drastica riduzione del personale di ruolo: dai 185.111 contratti a tempo indeterminato nel 2016, si è scesi a 173.984 nel 2024, registrando un calo del 6%.
Secondo il dossier UIL Scuola, questa gestione ha avuto conseguenze pesanti: aumento dei carichi di lavoro, riduzione dei servizi e personale ATA costretto a svolgere mansioni per le quali non ha ricevuto alcuna formazione, né un adeguato riconoscimento giuridico ed economico.
Il criterio di calcolo dell’organico ATA, basato su parametri inadeguati come il numero di sedi, studenti e alunni con disabilità, genera gravi disfunzioni: scuole con un solo collaboratore scolastico, segreterie sovraccariche, assistenti tecnici senza un profilo definito e DSGA sostituiti con incarichi annuali.
La situazione in Emilia-Romagna è emblematica. Il segretario regionale UIL Scuola, Serafino Veltri, denuncia un’impennata di precariato: il numero di ATA assunti a tempo determinato è passato da 2.729 nel 2015/16 a 5.503 nel 2022/23, con un balzo dal 19,32% al 31,98%. A fronte di un calo di 109 posti a tempo indeterminato, si è registrato un aumento di 514 contratti a tempo determinato (+10,30%), mentre nel 2016/17 il saldo era negativo del -3,15%.
E il futuro non promette nulla di buono: nel 2026 sono previsti ulteriori tagli a livello nazionale per 2.174 unità. “Se si continua su questa strada, il sistema andrà presto al collasso – avverte Veltri -. Chi aprirà le scuole se il collaboratore scolastico in servizio al mattino si ammala? Come si potranno garantire gli standard minimi di igiene e sicurezza?”
La UIL Scuola chiede un’inversione di rotta: “È necessario autorizzare le immissioni in ruolo su tutti i posti disponibili e ampliare l’organico, stabilizzando anche il personale aggiuntivo. La scuola italiana non può funzionare senza un organico ATA stabile e adeguato – conclude Veltri – per garantire servizi efficienti e condizioni di lavoro dignitose”
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