L’Editoriale di Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola
In questi giorni mi pervengono continuamente, da chi frequenta i social, segnalazioni relative ad un post nel quale l’ex ministro Azzolina, sul suo profilo pubblico Facebook, contesta una presunta diffamazione ed indica la mia persona come bersaglio per averla diffamata a mezzo stampa.
Vorrei prima contestualizzare la vicenda e poi fare alcune riflessioni per dare conto agli iscritti e ai nostri dirigenti sindacali della UIL Scuola dell’esatta misura dei fatti e dire loro che sono al corrente di quel post – e delle reazioni in pagina – e che ho dato mandato al mio avvocato per difendere e tutelare il nome della UIL Scuola, attaccata in modo gratuito e violento da una sequela, questa sì, di calunnie e diffamazioni gratuite acclamano allo scontro giudiziario e stupisce che la ex ministra li abbia ospitati sulla propria pagina Facebook senza prenderne le distanze.
Mezzi e modi
La netiquette multimediale – il galateo di quanti utilizzano la rete – vorrebbe che si rispondesse con lo stesso mezzo. Ad una agenzia di stampa con una agenzia, ad un tweet con un tweet, ad un post con un post. Si ritelefona a chi ci ha chiamato e si scrive una risposta a chi ha inviato una mail.
E’ segno di educazione e di saper vivere. Un galateo appunto.
Qui siamo in presenza di un post in risposta ad una agenzia di stampa. Si urla – forte – in uno spazio che fa eco come il cortile di un condominio, con dimensioni moltiplicate. In più si chiamano alle armi i fedelissimi, che più si strilla e più si ha ragione, confondendo like e consenso.
E’ in questo modo che evidentemente l’ex ministro Azzolina ha deciso di sviluppare la sua visibilità politica.
Noi siamo abituati a parlare con le persone, entrare nelle scuole, ottenere consenso con il dialogo e le azioni.
Rispondiamo sul sito Uil Scuola perché la vicenda ha assunto toni che allarmano e preoccupano dirigenti e iscritti. E a loro si devono chiarimenti.
Andiamo per ordine
Questo è il testo dell’agenzia che ha così tanto colpito l’ex ministro:
« SCUOLA: ‘DATI CONTAGIO SEGRETATI DA MI, PRESIDI ZITTITI DA AZZOLINA’, LA DENUNCIA DI TURI (UIL) =Roma, 6 mar. (Adnkronos) – I dati di contagi e decessi Covid a scuola sembrano essere top secret: “il ministro Azzolina aveva iniziato una rivelazione ma la ha bloccata”. Perché? “I dati non erano in linea con la narrazione ‘scuola sicura’ che lei si era prefissa e per la quale non c’è alcuna evidenza scientifica. Dobbiamo sperare che il Ministero in questa transizione dal vecchio al nuovo si rigeneri”.
A parlare è il segretario nazionale di Uil Scuola, Pino Turi, che rispondendo all’Adnkronos sulla quantificazione della diffusione nel virus negli istituti scolastici, ricorda: “Azzolina ha sempre affermato di avere fornito i numeri all’Istituto superiore della Sanità che invece nega. I sindacati continuano a chiedere i dati, ma non li ottengono. Questo è il clima”.
“Mi assumo la responsabilità di ciò che dico ma c’è omertà – denuncia il sindacalista – perché sempre Azzolina ha condizionato i dirigenti scolastici, a cui avevamo chiesto di fare operazione di raccolta, a non diffondere i dati. E’ eloquente il caso del preside di Vo’ a cui dopo una critica è arrivato un procedimento disciplinare. E’ una gestione poco trasparente, finalizzata a gestire uno story telling solo virtuale, in cui la variante è l’espediente per dire che prima stavamo tranquilli. Mentre le scuole sono in una situazione di grande incertezza».
I contenuti di questo lancio di agenzia sono gli stessi che, sul piano politico, abbiamo posto all’ex ministro – e all’attuale (che non ha postato improperi di nessun genere, ma che si è reso disponibile a trovare una soluzione praticabile).
Ma invece di rispondere sullo stesso piano dialettico, l’ex ministro ha preferito spostare la vicenda sul piano legale e personale.
Non nascondo che, per il mio approccio laico che ha nel dubbio la sua fede, ho letto e riletto la dichiarazione molte volte non avendo mai messo nella mia azione politica la volontà di attacchi alle persone, ma agli effetti e scelte politiche delle stesse.
Ho l’abitudine di non nascondere la polvere sotto al tappeto e rispondo sempre alle domande dei giornalisti.
Il tema era – e purtroppo è ancora – ci sono i dati del contagio nelle scuole?
Ma un monitoraggio nazionale, regionale, per livelli di scuola, organizzato sistematicamente non c’è. Questi dati NON ESISTONO!
Come è noto, anche al momento non ce ne sono, tanto che il nuovo governo e il Cts per evitare il caos delle chiusure affidato alle decisioni di questo o quell’amministratore locale, ha dato un parametro esterno di 250 casi su 100.000 abitanti, per cui scatta la zona rossa e la chiusura delle scuole.
Perché l’ex ministro, senza alcuna giustificazione, ha bloccato la rilevazione che lei stessa aveva organizzato?
Che poi fosse compito del ministro o di altri, ora è poco rilevante; un sistema di controllo, tracciamento e analisi andava comunque messo a punto.
Di fronte alle richieste, ogni volta l’ex ministro si è sottratto a questa responsabilità, parlando di se stessa in terza persona: come un’opinionista o come un osservatore esterno mentre le decisioni di governo della scuola erano in capo a lei. Attrice e non spettatrice.
Un triste bilancio in bianco e nero
Rivendico, senza mezzi termini, la nostra posizione di valutazione assolutamente negativa dell’azione politica dell’ex ministro: sia in merito alla chiusura delle scuole e alla loro sicurezza, sia rispetto alle scelte di politica scolastica assunte.
Sono tanti gli interrogativi a cui il ministro ha deciso di non rispondere. Relazioni sindacali al lumicino, riunioni senza vero confronto, decisioni prese in solitudine. Nessun dialogo, nessuna risposta: neanche quando – unitariamente – le abbiamo chiesto dati, garanzie ed incontri di verifica del protocollo sulla sicurezza firmato ad agosto scorso e mai completamente attuato.
Torniamo al testo: le opinioni espresse giungono dopo un anno durante il quale fatti e risultati hanno corroborato le nostre perplessità.
Guardando a ritroso le notizie sul nostro sito – pagina pubblica – collegata ai social – ma non per questo veicolo di insulti – la nostra posizione risulta coerente. Il clima politico, sociale, è quello tracciato dalle dichiarazioni di amministratori e istituzioni che spesso hanno detto tutto ed il contrario di tutto. Abbiamo avuto una stampa piena di notizie, e non notizie, ogni giorno. Questo non ha evitato che restasse una certa omertà che non ha messo in sicurezza la scuola, anzi.
Mettere in sicurezza la scuola
E’ la richiesta che facciamo da un anno. Siamo stati considerati retrò quando abbiamo detto a marzo scorso che la scuola è in presenza. A distanza di un anno si scopre che avevamo ragione. Ugualmente abbiamo puntato sulla necessità di ricostruire un clima di fiducia e la mia dichiarazione del 6 marzo rappresenta un clima che, visti i fatti di contorno, nessuno può negare. La cosa abbastanza certa che un condizionamento c’è stato.
I vertici ministeriali si sono sempre rifiutati di dare indicazioni sulle quarantene e sui contagi. Quando sono stati chiesti – anche dai nostri livelli territoriali – nessuna risposta è arrivata. Caso esemplare del metodo usato è quello del preside di Vo’ Euganeo per il quale è stato avviato un provvedimento disciplinare. Un caso che fa da specchio ai metodi utilizzati che abbiamo sperimentato e commentato. Un modo di rappresentare la concezione di una politica sovranista per cui l’unico credo è la fede in chi detiene il potere (debole con i forti e forte con i deboli) e che i sudditi dovrebbero solo collaborare.
Noi non ci sentiamo sudditi e come nostro costume continueremo la nostra azione politica utilizzando i canali della comunicazione ufficiali a cui tutti hanno accesso, per rappresentare come tutti possono testimoniare (molti gli attesati di solidarietà ricevuti) l’azione coerente di un sindacato che ha rappresentato e continuerà a farlo: la voce libera della scuola e che non si farà intimidire o condizionare dai leoni da tastiera a cui è stato indicato un obiettivo da colpire.
La UIL Scuola è un sindacato capace di assumere anche posizioni molto critiche, ma un ex ministro non può assimilare l’azione sindacale a quella degli avversari politici verso i quali ogni azione appare lecita, persino la querela. Le scelte di questi mesi sono state difficili e hanno guardato sempre alle persone (non alle cose). Le posizioni assunte sono state prese in rappresentanza dei nostri iscritti, sulla base dei nostri valori e principi, che non verranno meno neanche a seguito di questi strumenti di condizionamento di cui il ministro fa largo uso. Non è la prima volta che sposta nelle aule di giustizia ciò che è dialettica politica e sindacale. Un terreno su cui parlano gli avvocati e non altri. Andremo a fare lo stesso, intraprendendo ogni azione legale di tutela.
Con questo, editoriale di chiarimento dovuto alla comunità della UIL Scuola, almeno per ciò che mi riguarda, la polemica con l’ex ministro, è chiusa.
Pino Turi – Segretario generale Uil Scuola