Attraverso un meccanismo artificioso (introduzione del sistema degli incarichi) si spacca la comunita’ educante omologando il personale ATA a quello delle burocrazie delle Pubbliche Amministrazioni
Nella giornata di oggi si è svolto il dodicesimo incontro con l’ARAN finalizzato al rinnovo del Comparto Istruzione e Ricerca (parte normativa), il sesto dedicato all’Ordinamento del personale ATA.
L’ARAN, sulla base dei rilievi mossi nell’incontro precedente (giorno 1 dicembre) ha operato alcune variazioni rispetto alla proposta fatta in precedenza che, comunque, non altera il quadro complessivo, limitandosi ad alcuni aggiustamenti che non ne alterano l’impianto.
La proposta, come già descritto nei precedenti Report, prevede un sistema di classificazione articolato su quattro aree.
- Area dei collaboratori (non cambia nulla rispetto al passato);
- Area del collaboratore esperto (dalla precedente area AS, formata solo dai CS delle aziende agrarie, si passa ad un’area dove possono accedere tutti i CS). Un ‘innovazione pericolosamente divisiva che prevede anche attività di coordinamento dei colleghi CS. L’area rappresenta un freno che limita i passaggi dall’area A alla B (occorrono almeno 5 anni di permanenza se si possiede il titolo, altrimenti ne servono 10), poiché richiede il passaggio da A ad AS prima di andare in B.
- Area degli assistenti. Con la soppressione dell’area C, gli assistenti rimangono imbottigliati nell’area di appartenenza. Gli amministrativi potrebbero avere passaggi nell’area dei funzionari (l’area non ha un organico, per cui rimane un’astrazione). I tecnici lo sono ancor di più perché per loro andrebbe istituita addirittura un’area dei funzionari tecnici, che al momento non esiste. Rimane drammaticamente insoluta la problematica degli AT in servizio nelle scuole del 1° grado a cui verrebbe riconosciuta una semplice indennità quale compenso per i trasferimenti da effettuare nelle scuole della rete.
- Area delle Elevate Qualificazioni (EQ) La sua attivazione utilizza la tecnica degli “incarichi” che riguarderebbero tutti gli appartenenti alla nuova area (vecchi e nuovi). La durata degli stessi è triennale e interessa tutti. Gli incarichi li conferisce l’Ambito Territoriale e sono garantiti solo in caso di vacanza di posti da DSGA. Ai nuovi funzionari (l’accesso riguarda solo quelli che hanno almeno tre anni di incarico di DSGA) è garantito l’incarico solo in caso di posto vacante da DSGA. L’incarico non è rinunciabile, va accettato. Si determinano tre diverse posizioni di DSGA: gli storici (quelli che lo sono già), i nuovi funzionari (gli ex DSGA ff.) e quelli che verranno assunti a seguito di nuove procedure concorsuali. In futuro non si assumerebbero più DSGA, ma funzionari a cui conferire l’incarico di DSGA.
Il progetto si completa con la soppressione delle posizioni economiche di tutto il personale ATA (prima e seconda) ritenute “incoerenti” con il nuovo impianto organizzativo. Le risorse economizzate confluiscono nel FMOF e verranno utilizzate per finanziare gli “incarichi”.
Per la Uil Scuola anche per gli ATA si ripropone il modello della legge 107 già bocciato dal personale docente della scuola (La buona scuola di Renzi): quello della chiamata diretta e degli incarichi di natura fiduciaria.
La proposta si caratterizza per: incarichi a tempo determinato per una parte del personale ATA con conseguente azzeramento della titolarità sulla sede, introduzione di un’area surrettizia (quelli dei CS) che rallenta e limita fortemente le progressioni verticali. L’area degli assistenti viene confinata in un ambito privo di sbocchi professionali con eliminazione delle posizioni economiche che, sino ad ora, avevano costituito la soluzione transitoria in attesa di strutturare un modello evoluto che ne recepisse la giusta articolazione (area C). Cambia il reclutamento che è previsto per tutte le qualifiche (tutto o in quota parte dall’esterno).
Il progetto proposto destruttura l’intero Ordinamento professionale togliendo diritti e specificità. Omologa la scuola agli altri comparti della PA che hanno carattere ammnistrativo e burocratico, il tutto in assenza di riconoscimenti economici. Il ripristino della mobilità verticale (tra le aree) assume valore meramente strumentale e ne depotenzia il valore professionale relegandolo ad un ruolo del tutto residuale. Il riordino va in netta e totale discontinuità, almeno per ciò che attiene alle Organizzazioni sindacali, con i lavori della Commissione paritetica del 2020.
Un deciso passo indietro che la Uil Scuola Rua rigetta con fermezza invitando le altre Organizzazioni Sindacali ad una profonda riflessione.
Nel merito, non si approfondiscono gli ulteriori elementi di criticità, il cui superamento presuppone il cambio del modello organizzativo proposto.
La Uil Scuola ha precisato che, sulla base delle motivazioni esposte, non ritiene sussistano i presupposti per sottoscrivere alcun contratto.
Nella giornata di oggi la Segreteria nazionale provvederà a convocare la Conferenza nazionale dei segretari regionali per illustrare ancora più analiticamente gli aspetti che riguardano l’Ordinamento del personale ATA e per decidere le azioni di lotta a sostegno delle nostre posizioni.
La Uil Scuola Rua è stata rappresentata da Giancarlo Turi e da Pasquale Raimondo.
L’ARAN è stata rappresentata dal Presidente, dott. Antonio Naddeo, e dal Direttore Generale, dott.ssa Maria Grazia Marongiu.