Ha aderito allo sciopero 1 su 5. Ora la politica dia risposte concrete ai lavoratori della scuola
Man mano che i dati relativi all’adesione del personale allo sciopero crescono (in allegato il dato del Cruscotto della Funzione pubblica alle 16.30 di oggi con le stime che vanno verso una percentuale attorno al 20%) la narrazione propagandistica del Governo li fa diminuire – osserva Pino Turi dal Congresso di Bari.
Notiamo una certa preoccupazione ed un uso dei dati interessato.
Se un lavoratore della scuola su 5 ha aderito allo sciopero – sottolinea Turi – significa che la protesta è forte. E’ un fatto che non può essere ignorato.
Un passaggio anche sulla questione aperta da Anp: non possono essere loro a decidere, dal loro pulpito, i temi e i tempi dello sciopero. Si pongono in posizione contrastante con la comunità educante (di cui fanno parte) – aggiunge Turi.
L’Italia – la denuncia è dell’Ocse – ha gli stipendi più bassi. Un livello che, nel corso di questa legislatura è sceso ulteriormente. Registriamo di essere il fanalino di coda – commenta Turi – eppure c’è ancora chi difende l’indifendibile e vuole fare credere che sia un’azione corporativa dei sindacati.
L’azione democratica del personale, che con lo sciopero ha manifestato il suo dissenso verso le misure del Governo e a difesa della scuola democratica di questo paese deve trovare una soluzione politica.
Una scuola gerarchizzata e burocratica dove non si discute e non ci si confronta non è il modello di scuola che intendiamo consegnare agli studenti.
Contratto, reclutamento e formazione sono i nodi centrali di una vertenza scuola appena avviata.
POTREBBE INTERESSARTI
IMPEGNI DI GIUGNO – Quali sono le attività obbligatorie per i docenti dopo il termine delle attività didattiche?
Pubblicato il bando per il concorso straordinario bis