È stato spostato a domani mattina, l’incontro che il ministro Bianchi aveva fissato con i sindacati scuola.
Con la stessa impostazione e lo stesso ordine del giorno, la Legge di Bilancio, fissato prima dell’atto ufficiale di stato di agitazione da parte di FLC CGIL, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams.
La dichiarazione dello stato di agitazione ha interrotto le normali relazioni sindacali per questo le quattro sigle non parteciperanno all’incontro.
Ci aspettavamo una diversa sede di discussione e confronto – dichiarano Sinopoli, Turi, Serafini e Di Meglio – magari dopo una valutazione politica che coinvolgesse l’intero Governo per cercare di comporre la vertenza in atto dando possibili risposte alle problematiche che abbiamo sollevato.
Il momento è particolarmente serio: il testo della legge di Bilancio non contiene le risorse necessarie per il rinnovo del contratto; le relazioni tecnica e politica spostano denaro da un capitolo all’altro, a parità di impiego di risorse e persone, con giustificazioni formali, offensive e gravissime nei confronti dei docenti; gli interventi normativi, come la mobilità del personale, vengono fatti a costo zero; l’organico Covid, strumento d’emergenza utilizzato in pandemia, viene prorogato per gli insegnanti ma non per il restante personale. Sono questi – sottolineano i quattro Segretari generali – i temi sui quali vorremmo confrontarci con il ministro.
La Legge di Bilancio l’abbiamo letta bene, la scuola è completamente marginalizzata e bisogna rimediare. Ci aspettiamo che il ministro intervenga affinché il Governo assuma come centrali i temi che preoccupano il personale della scuola. Non è con gli annunci in divenire del Pnrr che si promuove e si investe sulla scuola, servono le risorse in Finanziaria.
Le infrastrutture della scuola sono sostanzialmente il suo personale. Bisogna prendersi cura di chi a scuola lavora, garantendo stabilità del personale, classi meno numerose, mobilità liberata dai vincoli e pienamente contrattualizzata, eliminando il precariato e garantendo retribuzioni adeguate.
Nei mesi scorsi è stato firmato un Patto per la Scuola che è rimasto completamente inattuato nei modelli, negli obiettivi, negli investimenti. Ci aspettiamo un deciso cambio di rotta – concludono – altrimenti la risposta non potrà che essere la mobilitazione generale della categoria.
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